mercoledì 12 aprile 2023

Vecchi, sporchi, ignorati

 



I monumenti sporcati da “Ultima Generazione”
sfondano su Tv e quotidiani nazionali; i pannoloni lasciati sporchi per ore addosso ai nostri vecchi nelle RSA, no. Per sentire parlare dei “reietti delle strutture”, bisogna che qualcuno venga picchiato. O scappi; come successo pochi giorni fa, con una ottantunenne che da Faenza ha preso un treno per Rimini; perché voleva rivedere il mare. Per fare notizia occorre strafare.

Eppure la civiltà di un paese si misura anche sulla scorta del grado di rispetto riservato ai vecchi. Cioè attraverso cose ordinarie.

In tema di civiltà, non sarebbe male sapere che un numero crescente di anziani assistibili a casa, finisce nelle strutture contro la propria volontà; e questo “grazie” alla Legge che vent'anni fa ha introdotto la figura dell'Amministratore di sostegno (L. 6/2004). La norma prevede che una persona non autosufficiente, possa (e in certi casi debba) avere un Amministratore di sostegno; che, di preferenza, sarà un familiare; ad esempio un figlio. Per eccessiva fiducia in se stesso, al legislatore è però sfuggito un dettaglio: la posizione di preminenza gestionale di un familiare amministratore, innesca sospetti e timori “patrimoniali” negli altri; che spesso, dunque, si oppongono. In presenza di un conflitto, il Giudice tutelare opta per un “esterno” (in genere un avvocato), il quale - non di rado - trova conveniente allearsi con il parente più cinico, con l’appoggio del quale decidere poi la collocazione in RSA. E a nulla valgono le disperate battaglie del parente pietoso, per far rientrare a casa il congiunto. Sui social si trova notizia di centinaia di casi (ma saranno migliaia).


Tre barattoli di vernice nella barcaccia a piazza di Spagna, e se ne parla a New York; migliaia di anziani a vegetare di giorno e a lamentarsi la notte, per feci ed urina nel panno, e non gliene frega niente a nessuno.

gm

4 commenti:

  1. Questa è la cruda realtà, purtroppo! La nostra società è ormai arrivata a livelli di cinismo abbastanza allarmanti. Maltrattamenti, angherie, vessazioni non fanno più notizia. Anche quando ci sono prove schiaccianti, come video registrati dalle forze dell'ordine (quante strutture indagate!), qualche articolo sporadico, il primo giorno, e poi più nulla...Cala un silenzio tombale, tanto assurdo e irrazionale, quanto crudo e quotidiano. Restano solo "private" cicatrici, a futura memoria...

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    1. ciao Caterina, l'unica possibilità è fare percepire alla politica che, ad occuparsi del problema, c'è un ritorno elettorale in termini di voti. L'ho messa giù secca, come vedi. La legge citata è oramai, oggettivamente, un fattore criminogeno.

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  2. Il legislatore che non riesce a intercettare i problemi con la conseguenza nefasta di agevolare l'intenzione criminogena è espressione della crisi generale della politica che da tempo si dimostra incapace a elaborare quei criteri per diagnosticare la realtà. E' stata rimossa la complessità con l'illusione di offrire a singoli problemi la procedura della soluzione facile e veloce. La giurisprudenza dovrebbe ripartire dai fondamenti ontologici che ci ricordano, come dimostra Kafka nel Processo, che non esiste un Tribunale della Ragione in grado di giudicare i comportamenti umani in modo sicuro per distinguere il bene dal male. Dopo questo esercizio della complessità sarà più facile per i Giudici legiferare seguendo il buon senso evitando che un amministratore di sostegno delinqui perché basta farne a meno nelle situazioni in cui egli non è indispensabile. Purtroppo viviamo l'epoca dagli orizzonti limitati e spesso come succede al legislatore e al politico non vedono neppure questi perché hanno la benda agli occhi.

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    1. già, la benda agli occhi; dici bene; occorre fortuna in Italia

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