mercoledì 27 marzo 2013

Guru, Grilli, Bufale & dintorni




Tanto corre di bocca in bocca che prima o poi un cantautore ci costruirà sopra un bel pezzo in stile Jannacci: “Ho visto un guru”. Portata dall’ondata orientalistica fine anni ’60, tra cannabis, rock e trascendentale da salotto, la parolina ha retto bene l’usura del tempo e oggi passa decisamente un buon momento. A seconda dei gusti, “guru” può significare “pesante” (nel senso di “degno”, “rilevante”) o “dissipatore dell’oscurita”, “faro”. In ogni caso è il “maestro”. Ma se l’origine è indiana, per decenni è stato l’opulento occidente la terra promessa dei santoni e delle mille svariate avventure tra business e gnosi. Nel caso pensaste di cercare un guru, tenete presenti i connotati-base: 1) aria vagamente schifata davanti ai discorsi rigorosamente logici, troppo al di sotto di una spiritualità che comunica senza “passaggi”; 2) posa oracolare-ispirata; 3) sorrisetto di sufficienza; 4) aristocratica insofferenza alla critica; 5) capello raccolto a codino (se possibile; ma va bene anche il lungo/scarmigliato). Va da sè che oltre al guru esiste anche il “gurismo”, forte passione originante dal basso e diretta a trovare il protettore magico che ci salvi dai mali del mondo. Celeberrimo caso di “gurismo” fu, da noi, 15 anni fa, la vicenda Di Bella, quando a furor di piazza si ottenne di sperimentare il metodo del professore modenese (persona, per altro, di indubbia moralità), che da tempo sosteneva di poter curare il cancro. La terapia fu bocciata, e, nonostante l’infinito seguito di polemiche, rimane intatta la sostanza dei fatti: 386 pazienti trattati, 3 miglioramenti, lo 0,8 %. Non è un caso, forse, che il Beppe nazionale nei suoi spettacoli (al momento sospesi) usi citare Di Bella come vittima del complotto mondiale di una misteriosa corporazione di oncologi; aggiungendo (tanto per gradire) che l’aids non esiste e i vaccini fanno male ai bambini. Qualche settimana prima delle elezioni, il guru a 5 stelle Casaleggio, eminenza grigia e tenebroso reggitore, incalzato da un cronista sul più classico dei temi, “dove trovate i soldi per…?”, dopo qualche snobistico fraseggio, accennando ad una pagina web, concludeva con tocco sublime, “magari ti mando un link”. Suggerimento imperdibile: ho visto un guru / l’ho visto, sì / se faccio il bravo / mi manda un link.

                                                                                                     Gigi Monello