sabato 21 settembre 2019

LE SETTE VITE DELLA BUONA SCUOLA. UN INTERVENTO DI GIOVANNI CAROSOTTI



Gent.le Gigi Monello, 
devo scusarmi: come ti avevo già detto, ho intenzione di recensire il tuo testo la "Fuffoscuola". Lasciami ancora un attimo di tempo, perché l'inizio dell'Anno Scolastico e le incombenze sono tremende. Compresa l'esigenza di rispondere all'iniziativa non solo politica, ma anche mediatica, che mi sembra si sia avviata dalla crisi di governo a oggi. Ti propongo in proposito qualche mia considerazione. 

Mi sembra che in coincidenza con la crisi di governo sia iniziata una strategia d’attacco contro la scuola, finalizzata a legittimare una politica destinata a portare a sostanziale compimento la Buona Scuola. Temiamo in questo senso un’accelerazione dei processi di sconvolgimento delle metodologie didattiche. Il presidente del Consiglio, nel suo discorso alle Camere, ha proprio fatto riferimento a una scuola in cui «come imparare» deve essere più importante del «che cosa imparare». Contemporaneamente, il 14 agosto, è apparso l’Appello sul Corriere della Sera favorevole a una scuola che superi l’organizzazione disciplinare a favore delle non cognitive skills. Il fatto è che quell’Appello è stato firmato da tutto l’arco politico: non solo da esponenti di PD e FI, ma anche da Roberto Speranza e da un esponente del M5S, coprendo di fatto tutto l’arco parlamentare... Sul quotidiano Il Manifesto, poi, il 4 settembre, due esponenti di spicco della FLC-CGIL (Raineri e Sinopoli) hanno parlato di «discontinuità» nella politica scolastica ritenendo necessario un superamento della strutturazione per discipline, che rappresenterebbe una relazione formativa di tipo classista poiché, in base al loro astruso ragionamento, le famiglie con una minore preparazione culturale non sarebbero in grado di riunificare nella mente dell’allievo il sapere disperso ricevuto a scuola. In ultimo sul portale Micromega (dove finora gli interventi sulla scuola erano stati chiaramente improntati a una radicale opposizione alla Legge 107 e ai suoi presupposti metodologici e ideologici), è stato ospitato un lungo intervento di Mila Spicola (la vecchia collaboratrice di Davide Faraone per la politica scolastica del governo Renzi), che ha difeso il sistema delle competenze citando niente meno Gramsci, anche in questo caso sulla base di un’improbabile inferenza secondo la quale la teorizzazione del rapporto teoria prassi coinciderebbe, in campo educativo, con la logica delle competenze. Mi sembra cioè sia in atto un’offensiva –in particolare sugli organi di sinistra- per preparare quella parte di opinione pubblica appartenente a quell’area politica, poco informata però sulle problematiche reali che riguardano la scuola e l’istruzione, ad accettare una politica sostanzialmente in linea con la Legge 107, fornendone in qualche modo in anticipo una giustificazione ideologica.

Questo è il motivo per cui, in questa fase storica, noi docenti ci sentiamo in difficoltà; poiché avvertiamo la efficacia possibile di tale strategia. Io vorrei organizzare uno o più incontri presso la Casa della Cultura di Milano, che su questo tema è assolutamente impegnata a difendere posizioni simili a quelle che rappresentiamo. Sono partito inizialmente dalla questione del tema di storia, che secondo noi è un po’ un paradigma dello svuotamento di qualsiasi contenuto didattico-culturale, sia della scarsa fondatezza dei presupposti metodologico-didattici che vorrebbero essere imposti ai docenti. Adesso sto cercando di ricostruire un po' i contatti al fine di trovare relatori disponibili. Se si realizzasse, ti avvertirò in quanto è possibile seguire il tutto (in diretta o in differita) in streaming. Se ti fa piacere, ti invio qualche link dove sono compresi miei interventi recenti. 
Cordiali saluti e a presto.




Giovanni Carosotti
Liceo Statale Virgilio, Milano