venerdì 28 aprile 2023

Terza Udienza




Il prossimo 4 maggio alle h. 10.30, nel Tribunale di Cagliari, si terrà la terza udienza del processo che mi vede imputato per maltrattamenti a mia Madre, deceduta circa due anni fa. È prevista l’audizione di tre testi: 1) Olena Nikitiuk (badante in prova); Daniel Lombardi (Maresciallo CC); 3) Debora Amarugi (già Amministratrice di sostegno di mia Madre).
Ricordo che Debora Amarugi nel marzo del 2020, ha sporto - con l'appoggio di mia sorella Maria Laura e mio fratello Sebastiano - denuncia contro di me; fatto dal quale è poi scaturito un provvedimento di allontanamento dalla casa di famiglia, deciso da un Giudice delle indagini preliminari.

Desidero anche rammentare che l’Avv. Amarugi, convocata per l'udienza dello scorso 10 novembre, è risultata, in quella circostanza, assente per motivi di salute.

Auspico che la Stampa locale – che già si è occupata di questo caso – vorrà dare conto di queste testimonianze alla pubblica opinione. La presenza di chiunque sia interessato ad assistere, è per me gradita.

Anche in questa occasione, l’Associazione Radicale Diritti alla Follia organizzerà nei giardini antistanti il Tribunale, un sit-in di informazione e denuncia (a partire dalle h.13).


per una informazione minima sul mio caso:
https://www.youtube.com/watch?v=HNK2gI6EUkw


mercoledì 12 aprile 2023

Vecchi, sporchi, ignorati

 



I monumenti sporcati da “Ultima Generazione”
sfondano su Tv e quotidiani nazionali; i pannoloni lasciati sporchi per ore addosso ai nostri vecchi nelle RSA, no. Per sentire parlare dei “reietti delle strutture”, bisogna che qualcuno venga picchiato. O scappi; come successo pochi giorni fa, con una ottantunenne che da Faenza ha preso un treno per Rimini; perché voleva rivedere il mare. Per fare notizia occorre strafare.

Eppure la civiltà di un paese si misura anche sulla scorta del grado di rispetto riservato ai vecchi. Cioè attraverso cose ordinarie.

In tema di civiltà, non sarebbe male sapere che un numero crescente di anziani assistibili a casa, finisce nelle strutture contro la propria volontà; e questo “grazie” alla Legge che vent'anni fa ha introdotto la figura dell'Amministratore di sostegno (L. 6/2004). La norma prevede che una persona non autosufficiente, possa (e in certi casi debba) avere un Amministratore di sostegno; che, di preferenza, sarà un familiare; ad esempio un figlio. Per eccessiva fiducia in se stesso, al legislatore è però sfuggito un dettaglio: la posizione di preminenza gestionale di un familiare amministratore, innesca sospetti e timori “patrimoniali” negli altri; che spesso, dunque, si oppongono. In presenza di un conflitto, il Giudice tutelare opta per un “esterno” (in genere un avvocato), il quale - non di rado - trova conveniente allearsi con il parente più cinico, con l’appoggio del quale decidere poi la collocazione in RSA. E a nulla valgono le disperate battaglie del parente pietoso, per far rientrare a casa il congiunto. Sui social si trova notizia di centinaia di casi (ma saranno migliaia).


Tre barattoli di vernice nella barcaccia a piazza di Spagna, e se ne parla a New York; migliaia di anziani a vegetare di giorno e a lamentarsi la notte, per feci ed urina nel panno, e non gliene frega niente a nessuno.

gm