martedì 4 luglio 2023

il sole e l'ombra




Nelle città, dove ti giri e giri non fai altro che vedere carrozzelle e deambulatori. La popolazione invecchia: il 23% ha 65 e più anni; il 7,4%, 80 e oltre. Si invecchia, ci si indebolisce, si cammina lentamente. Fa tenerezza vedere i vecchi muoversi piano, accompagnati da floride badanti dell'est; quei corpi sono “racconti”, lasciano immaginare mille storie. Vanno per parchi pubblici, lenti, un po' straniti, gli occhi ancora vogliosi di vedere, la pelle ancora vogliosa di sentire. E fa piacere vederli al sole, sulle panchine dei parchi. La vita ha ancora un senso se ogni tanto qualcuno ti porta al sole. E se, dopo il sole, rientri nell'ombra di casa tua.

Ma spesso, le cose non vanno così. Da quando, grazie ad una legge varata vent'anni fa, rinchiuderli e dimenticarli è divenuto facile, per molti di loro il sole e l'ombra non esistono più. Nel 2004 la novità - tutta italiana - della Amministrazione di sostegno ha trasformato il loro corpo in un affare e una legione di avvocati, commercialisti o semplici disoccupati “formati”, ha scoperto il suo piccolo Eldorado. Con impareggiabile perspicacia la legge non mette limiti numerici: se te la senti, puoi amministrarne anche cento; e per tutti incasserai equo indennizzo.
Chi scrive la legge ignora due cose: 1) che siamo in Italia; 2) che l'ordigno che ha creato ha alcune perverse, nascoste potenzialità.

Ecco, adesso, un caso immaginario; potremmo dire una fondata astrazione: Sergio, ottantenne, finisce d'urgenza in neurochirurgia per emorragia cerebrale; dopo la convalescenza, siccome la testa non è più quella di prima, i sanitari - legge alla mano - dicono che devono segnalare il caso al Giudice per la nomina di un AdS; un primo figlio si propone, un secondo si oppone; in capo a Sergio c'è un cospicuo patrimonio immobiliare, e un figlio sospetta che l'altro possa trarre vantaggio da quel ruolo. Conclusione: il Tribunale, visto il conflitto, mette l'anziano nelle mani di un amministratore di sostegno “esterno” (un avvocato); che, dopo poco tempo, con consenso del secondo figlio e benestare del Giudice, decide il trasferimento in RSA. E a nulla valgono i ripetuti tentativi del primo figlio per salvare il genitore. Finito di prendere sole.

Passiamo al controfattuale e chiediamoci, “che sarebbe successo se questa vicenda si fosse svolta prima del gennaio 2004 ?”, cioè prima che l'illuminato Legislatore innescasse questa autentica bomba che è l'Amministrazione di sostegno?

Facciamo uno sforzo - neanche troppo complicato - di fantasia: i fratelli, su un piano di perfetta parità, sarebbero stati costretti ad avviare - nell'interesse di tutti - un dialogo razionale e, volenti o nolenti, a trovare l'accordo più conveniente. Fuori dalle aule dei tribunali, ascoltando l'interessato, nella sfera dell’esercizio di un pieno diritto di cittadinanza.
Una storia-modello, specchio delle mille (concrete) sparse per tutta la penisola. Che dimostra un fatto semplice e incontrovertibile: la Legge 6/04 è fatta apposta per generare conflitti endo-familiari. E quando non c'è di mezzo il patrimonio, ci sono pulsioni, tensioni e vecchie rivalità. Altro che sostegno.

Nel linguaggio un po’ untuoso di questo mai visto, italianissimo impasto di welfare, stato etico, carte giudiziarie, drammi familiari e piccolo affarismo, la persona “amministrata” (pare riecheggiare un profetico allarme della Scuola di Francoforte) viene definita “beneficiario”. Un suono francamente beffardo.

I veri beneficiari? Oltre alla già citata legione, Kos (De Benedetti), Tosinvest (Angelucci), Sereni Orizzonti (Blasoni), e i colossi francesi Korian e Orpea, da tempo sbarcati in Italia. Con l’attuale trend demografico, un business da favola. Tutta gente che non si fa mancare il sole.

                                                                                          gm