sabato 8 giugno 2013

Il vuoto dentro i gavettoni (Giugno 2008, Reprise)


Ultimo giorno di Scuola. Succursale di un Liceo qualunque. Clima di vacua, selvatica festosità. Di passaggio, intravedi banchi uniti a formare buffet; patatine e coca cola.
La maggior parte dei docenti simpatizza: "So' ragazzi!".
Certo, qualche sfigato deve ancora "dare l'interrogazione"; ma, nel caso, per queste "cose" c'è sempre la sala professori. Insomma è l'ultimo giorno! Ma che pretendiamo ancora! Finiamola con il moralismo. Come disse una volta il massimo esponente della mezza dozzina di "rivoluzioni copernicane" fatte vivere alla scuola in un fatale quinquennio, "bisogna stare non davanti ma a fianco degli alunni".
La scuola è cambiata. Come tutto del resto. Oggi imparano in mille impensabili maniere. Sono i ragazzi del Web. Loro scaricano. Bizzarra metamorfosi di una parola: tanti anni fa, si associava al mestiere più distante possibile dal mondo degli studi; anzi, qualche grintoso prof vecchia maniera, arrivava pure a dire, "Ma vai a fare lo scaricatore!".
Secoli fa.

Ore 10: cominciano i primi lanci. Gavettoni, bombette, schizzi. La tribù elettronica, tutta internet, cellulari, ipod, celebra i Riti del Nulla. Hanno scannato pagnotte tutto l'anno. Fatto il viaggio di istruzione (patrimonio indisponibile dell'umanità). Guadagnato tra indicibili sofferenze un 5. Ora finalmente si rifanno.
Evviva il casino demente! Evviva il giocaccio! Lo fanno dappertutto. Perché noi nulla? A Roma uova e farina! Che vi frega di un po' d'acqua? Forza raga! Che stasera carichiamo tutto su Youtube e domani ci guardiamo!
Già, youtube; non c'avevamo fatto abbastanza caso: in fondo realizza il sogno universale di andare in televisione. Nulla è ormai impossibile con youtube.
Il docente con delega del Preside è chiuso in classe. Un collega lo informa. Risponde gelido: "non posso farci nulla". La maggioranza dei prof tollera che molti abbandonino l'aula per andare in cortile. La festa in onore del dio Nulla prende quota. Carnevale generale; tutti in visita da tutti. Solo qualche porta resta sinistramente chiusa. Zitti! sono i "quasi bocciati", quelli con le ultime interrogazioni!
Corrono allegre innaffiature. Abiti zuppi. Poco male: splende un caldo sole. Schiamazzi, rincorse, piccoli agguati. I maschi più fradici gonfiano il petto, hanno la camminata spavalda, ostentano come un trofeo l'esser più bagnati. Cercano gli sguardi delle compagne. Un'attempata ed energica prof sbotta, cerca di reagire, sequestra qualche bottiglia, sbraita, minaccia. Ma è sola, nessuno la segue: la festa continua. Per ore ripetono gli stessi gesti, fanno le stesse cose. Per ore, un liceo come un arenile. E per ore, in tremila altri Licei, staranno succedendo le stesse piccole scene. Tutte uguali. Tutte insulse. Viene in mente il "solido nulla".
Gli adulti non intervengono. Eclisse totale. Ci sono ma non si vedono.
Eppure è ancora un giorno di Scuola. Gli scrutini sono ancora da fare. Gli esami pure.
Dicono i savi che spesso gli adolescenti trasgrediscono anche per mettere "i grandi" alla prova; vedere i loro bluff; capire sino a che punto credono veramente nelle cose che dicono. Dicono i savi che in certi casi è meglio resistergli.

Li guardo ancora. Entreranno nel mondo con l'idea che qui oggi ricevono da noi: una facile festa, dove basta il minimo, i debiti non si pagano, gli esami si superano, il successo è garantito, la furbizia tollerata, la selvatichezza anche.
Mi torna in mente il suggerimento del massimo artefice di rivoluzioni cartacee; "a fianco, non davanti".
Suggerimento impagabile. Oggi vuol dire salvezza.

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