lunedì 30 ottobre 2023

quando la logica incontra la fantasia




Martedì 7 novembre, alle h 11, 4a udienza del processo avviatosi il 24/3/20 con la denuncia sporta contro di me da Debora Amarugi, Avvocatessa cagliaritana e, per circa due anni, Amministratrice di sostegno di mia madre. 

In data 9.3.2020 (cioè 15 gg prima della sua denuncia), l’Avv. Amarugi indirizzava all’Avv. Pietro Ambrosio (all’epoca mio legale) una
 formale lettera - su carta intestata - in cui, lamentando le mie interferenze nell'assistenza a mia madre e annunciando l’imminente ritorno alla formula della badante unica convivente, in ordine al figlio convivente, così si esprimeva: 

“La richiesta fatta al sig.
Monello Pier Luigi di lasciare l’abitazione nella esclusiva disponibilità della Signora Concetta Meli e delle badanti deriva anche e soprattutto da ragioni pratiche. L’appartamento, seppure molto ampio dispone di un solo bagno ed un piccolo servizio adiacente alla camera dove dovrà soggiornare la badante, privo però di doccia. L’unico bagno almeno per la doccia dovrà essere utilizzato dalla badante e dalla signora Concetta Meli con idonea attrezzatura sia per la vasca che per il water. C’è quindi una oggettiva difficoltà di utilizzo dei servizi. La badante convivente dovrà, dopo aver fatto mangiare e messo a riposare per lo più verso le h 14, 14,30, la beneficiaria, avere una pausa per preparare i propri pasti e consumarli. È palese che si vengono a creare problemi di condivisione dello spazio e di utilizzo degli ambienti e che diventa oltremodo difficoltoso conciliare i tempi di riposo ed i desideri e le necessità del sig. Pierluigi Monello, con quelli della madre e della badante fissa. Per i suesposti motivi appare opportuno che il sig. Pierluigi Monello si trasferisca nella propria abitazione. Ciò non gli impedirà affatto di esercitare appieno il suo rapporto filiale con la madre, potendo recarsi a trovarla anche tutti i giorni, trattenersi con Lei, farle compagnia, conversare quando e come meglio riterrà.” 

15 giorni dopo
, avendo rifiutato di andarmene, l’Avv. Amarugi si reca in Procura e sporge una denuncia contro di me che così si conclude: 

“Tutto ciò premesso ed esposto
chiede che si voglia procedere nei confronti del Signor Pierluigi Monello dom.to in Cagliari via San benedetto 31 (cell. …… email ……) e residente in via Cimarosa 102 per tutti i reati che si ravvisino nei fatti sopraesposti ivi compreso il reato di cui all’art. 612 bis c.p., con richiesta di essere avvisata in caso di archiviazione ai sensi dell’art. 408 2° comma cpp. e soprattutto, a tutela della salute psicofisica e financo della vita della della Signora Concetta Meli, estremamente fragile per condizioni di salute ed età di cui la sottoscritta è responsabile, che si Voglia disporre in via d’urgenza l’allontanamento del convivente Signor Pierluigi Monello dalla casa di abitazione della madre Signora Concetta Meli sita in Cagliari via San Benedetto, 31” 

nb: Preciso che il citato articolo 612 bis, c.p., prevede e punisce il reato di
stalking, cioè di atti persecutori.


Al buon lettore, l'onere di capire.


4 commenti:

  1. "...lamentando le mie interferenze nell'assistenza a mia madre...": e pensare che, in particolare nella nostra tradizione familiare sarda, l'assistenza ai genitori ha da sempre rappresentato un dovere ineludibile, non solo nelle fasi della vita in cui loro non sono autosufficienti, ma persino in tutte le altre fasi ed in qualsiasi momento si siano ravvisate tali necessità! A questo siamo sempre stati educati e formati: un''impronta educativa atavica, le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
    Come direbbe una famosa trasmissione televisiva, è "un mondo al contrario" quello in cui questa vicenda nasce e si sviluppa, un mondo in cui la presenza di un figlio che partecipa e gestisce l'assistenza ad una madre anziana e malata diventa "interferenza", e "esercitare appieno il suo rapporto filiale con la madre, potendo recarsi a trovarla anche tutti i giorni, trattenersi con Lei, farle compagnia, conversare quando e come meglio riterrà.” diventa una gentile concessione!!
    Concessione peraltro revocata rapidamente, con modalità che definire sconcertanti è un eufemismo.
    Purtroppo non si tratta neppure di un caso isolato: sono molto numerose le vicende, e veramente tanti i familiari di persone con problemi di salute fisica o mentale, o di disabilità, colpiti da "provvedimenti" simili, tutti ahimè vittime dell'aberrante legge sull'amministrazione di sostegno. Una norma assurda nei contenuti, ed ancor più nell'applicazione, dalla quale può essere colpito qualsiasi cittadino.
    È mia personale convinzione che finché questa norma non verrà abrogata il problema non sarà risolto, e continuerà a mietere vittime, sia tra i cosiddetti "beneficiari", che tra i loro familiari.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie per questo commento bello e denso, Caterina; non è troppo parlare di pervertimento (per fini assai bassi) di un ordine di valori "naturale".

      Elimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina