sabato 3 marzo 2012

La scuola dell' Abracadabra




Il più perverso piacere del burocrate ministeriale sta nell’apprendere che la sua formula – inventata per dare a vedere che il mondo è sotto controllo – viene devotamente ripetuta da legioni di impiegati. Creare balocchi di successo che scherzino con l’assurdo; ecco la sua “follia”. Esempi da manuale nella scuola, dove trovi formule che assomigliano a scongiuri tribali; come, “sospeso dalle lezioni con obbligo di frequenza”. Certo, se uno pneumologo prescrivesse a qualcuno tre giorni di tassativa astensione dal tabacco con obbligo di fumare, ne rideremmo e penseremmo a res manicomialis. Stessa cosa se un andrologo ordinasse tre giorni di assoluta astinenza con obbligo di atti carnali. Ma la scuola è un posto speciale; e ciò che altrove sarebbe assurdo, in essa può d’incanto divenire sensato; e le parole magicamente cambiare significato. Sino a poco tempo fa, esistevano i “debiti”, ma si poteva non pagarli; e le sufficienze “non sufficienti”: bastava scriverle in rosso; ancora vita prospera hanno, invece, le “simulazioni” d’esame, che fruttano voti veri: come dire “simulavamo di simulare”. “Il barocco è nel mondo”, diceva il grande Gadda. Il massimo dell’ineffabile sono, però, le “sospensioni senza sospendere”. La mistica formula viene spesso pronunciata e gravemente discussa durante pensose sedute di docenti. E la sua stringente rilevanza non dà scampo: associare o no, alla pena della sospensione, il tormento finale dell’obbligo della frequenza? Questo, l’amletico dubbio. Ovviamente, come ogni onesto uomo converrebbe, tra la formula in questione e abracadabra, l’unica vera differenza è che abracadabra è più corto. E, certamente, “sospendere senza sospendere”, nel Catalogo Universale Aggiornato delle Umane Corbellerie, farebbe la sua figura. Ma il fatto è che le formule hanno un sottile potere fascinatore; rassicurano; danno la sensazione di amministrare il mondo; di trovare sempre di che rispondere al suo beffardo disordine. E non c’è luogo in Italia che abbia prodotto più formule del ministero dell’Istruzione. Da qualche anno esiste l’ANSAS (ex Irre, a sua volta ex Irrsae); significa Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica. L’ “autonomia scolastica”, il grande Feticcio. Se solo – prima di svilupparla – ci spiegassero a cosa è servita.                                         
                                                                                                                                           Gigi Monello

 


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