lunedì 15 settembre 2025

DEONTOLOGIA





Dopo la denuncia per calunnia e reati collegati, presentata il 21.7. u.s. alla Procura di Cagliari (vedi post precedente), oggi 15.9.25, tramite il mio legale Avv. Capano, ho, con circostanziato esposto (ne mostro la ricevuta), segnalato all'Ordine degli Avvocati di Cagliari la condotta posta in essere dall'Avv. Debora Amarugi tra ottobre 2019 e luglio 2021, nella sua qualità di Amministratrice di sostegno di mia Madre Concetta Meli.

All'Organo di disciplina dell'Avvocatura cagliaritana stabilire se l'Avvocato Amarugi ha - come io ritengo - o meno, recato una lesione all'onore della sua Categoria.
     

martedì 22 luglio 2025

Cinque anni dopo


Cadendo con troppa facilità nella trappola di un esposto in cui gli si rappresentava l'urgenza di un intervento diretto a proteggere mia Madre dal pericolo che io sarei stato per Lei, una PM e un GIP del Tribunale di Cagliari hanno, esattamente 5 anni fa, brutalmente troncato un importantissimo (e reciproco) legame affettivo, allontanandomi dalla casa di famiglia. 

Un coacervo caotico di accuse prive di rilievo penale, e solo diretto a far percepire l'anziana in uno stato di imminente pericolo dovuto alla presenza di un convivente pressoché seminfermo di mente, è stato preso sul serio, ignorando invece la sua coglibilissima strumentalità ad un secondo fine (la mia uscita come condizione per il rientro - regolarmente avvenuto - di una badante da me licenziata).

La sentenza che il 20.2.2025 mi ha assolto, non solo stabilisce che "il fatto non sussiste", ma - eloquentemente - richiama più volte l'esistenza di un forte conflitto tra fratelli e tra il sottoscritto e l'Amministratrice di sostegno.

A distanza di 5 anni da quella violenza subita, ho presentato (ne mostro la ricevuta) circostanziata querela per calunnia contro l'Avvocato Debora Amarugi; e, per concorso nello stesso reato, contro Maria Laura Monello, Sebastiano Monello e Olena Nikitiuk (badante). Alla Procura della Repubblica di Cagliari, la parola.

giovedì 20 febbraio 2025

La parola torni ai Magistrati


 

Il giorno 25.3.2020, nella piena consapevolezza di stare andando ad accusare un innocente, l'Avv. Debora Amarugi ha, nella sua qualità di Amministratore di sostegno, sporto denuncia contro di me per maltrattamenti verso mia madre. 
Presentandomi come un “pericolo per la vita” dell’amministrata, ha pertanto chiesto all' Autorità Giudiziaria di allontanarmi “in via d'urgenza” dalla casa di famiglia.

Sebbene le “prove” fossero costituite da una equivoca varietà di fatti nei quali riusciva problematico riconoscere un illecito penale (tanto che il Carabiniere delegato alle indagini relaziona alla Procura di non trovare condotte che integrino il reato), un PM e un Gip hanno dato credito alle accuse e, in data 21.7.2020, è stato disposto ed eseguito il mio allontanamento.

Durante l'Interrogatorio di garanzia, il citato Gip, in presenza dei due miei legali di allora, pronuncia le seguenti, testuali parole,

Certo, sono provvedimenti sgradevoli… non è detto che in futuro non si possa modificare...

Con ciò dando un presupposto logico alla supposizione che egli stesso non sia pienamente convinto della decisione presa (quale altra possibile interpretazione?).

La misura cautelare applicatami (pari a quella inflitta al marito violento giunto al terzo episodio di percosse alla moglie) ha crudelmente stroncato un rapporto affettivo durato un'intera vita (ero figlio celibe convivente), privando mia Madre della mia presenza proprio nell'ultimo anno della sua vita; cioè quando massimo era il bisogno di avere accanto un familiare (ho potuto incontrarla per 3 h e sotto vigilanza). Mia madre ha passato l'ultimo anno della sua esistenza in compagnia di due estranee, una delle quali da Lei detestata
Una memorabile brutalità.

Oggi, 20.2.2025, il Giudice del Dibattimento Antonella Useli Bacchitta, dopo tre anni e otto udienze, ha cancellato quanto imbastito dalla denunciante e avallato dagli Inquirenti tra marzo e luglio 2020, sentenziando che “il fatto non sussiste”.

Oggi posso meglio ribadire quanto più volte affermato, e cioè che l'Avvocato Amarugi ha mentito sapendo di mentire; e ha, attraverso le sue menzogne, attuato il piano - concordato con mia sorella Maria Laura e mio fratello Sebastiano - di reintegrare nel ruolo di badante convivente la sig.ra Maria Irene Pumarayme; una assistente scelta da mia sorella e da me successivamente licenziata per via delle persistenti doglianze di mia Madre, che ne lamentava la durezza di carattere. 
Per ben 18 volte, nelle carte delle indagini, l'auspicio di questo reintegro ricorre nelle parole dei tre accusatori.

Il pomeriggio del 21.7.2020 ho dovuto abbandonare - senza una parola di spiegazione - mia Madre. 

Mi sono chiesto (e ancora mi chiedo): che idea si sarà fatta della mia improvvisa scomparsa? Quali spiegazioni le saranno state date? Su istruzione, si suppone, del piccolo satrapo amministrante. Che spiegazione, nel suo intimo, si sarà data Lei? Un tradimento? Un raffreddamento? Un calcolo di convenienze? Cosa avrà pensato la notte del 21 luglio 2020, non vedendomi comparire per il consueto commiato notturno?

L’artefice dello sconcio appena narrato (e partners), verosimilmente immaginava che paura, vergogna ed economia, avrebbero prodotto il consueto risultato: oblio e silenzio.
Avrà memoria e clamore.

Ho dato mandato all'Avvocato Michele Capano di presentare denuncia contro Debora Amarugi per il reato di calunnia e di avviare una causa civile per il risarcimento del danno.

Per la seconda volta mi metto nelle mani della Magistratura cagliaritana. 
Per la seconda volta chiedo Verità e Giustizia.

 

                                                                                 Gigi Monello

 

 

venerdì 20 dicembre 2024

Lei, Lui, Noi (e il Maresciallo)


 

A Gesù Cristo riuscì una volta il miracolo di trasformare l'acqua in vino; alla Procura di Cagliari quello di trasformare gli accudimenti in maltrattamenti. Ma forse, qui, sarebbe meglio parlare di magia nera.

“Ritenuto che sia stata raggiunta la prova della penale responsabilità dell’imputato, si chiedono, riconosciute le attenuanti generiche, due anni di reclusione”. Così recita il PM in aula, giovedì 19 dicembre (sette udienze, sette PM differenti).

Certo fa un po’ sensazione, dopo 40 anni di onorato servizio nei Licei dello Stato, sentire associati proprio nome e cognome alla galera. Ma tant’è, il bello del mondo è la sua imprevedibilità (e qualche masochista aggiunge, “la sua incomprensibilità”). Un giorno dell’autunno 1940, Winston Churchill disse: “Per loro grande fortuna – altrimenti la vita sarebbe intollerabile – gli esseri umani non possono prevedere il corso degli eventi nel lungo termine”. Aveva ragione. Sebbene anche nel breve ci sarebbero conseguenze. Sapessimo in anticipo chi vince la partita, chi comprerebbe più biglietti per lo stadio?

Dopo il PM ha parlato per un’ora il mio avvocato, Michele Capano, del foro di Salerno (un po’ complicato, per un “locale”, affrontare rogne di questo genere). Il solido quadro probatorio di cui a febbraio 2021 parlava un GIP, a colpo d’occhio già a quel tempo scalcagnato, appare un affastellamento incoerente dei fatti più vari, spesso deformati o inventati. Chiarissimo emerge il secondo fine, la ri-assunzione della badante da me licenziata.

In Caserma, la cosa deve essere più che balenata. Per 18 volte i principali accusatori (Avvocatessa-Amministratrice denunciante e congiunti associati) ripetono che vorrebbero “far tornare Lei; e - qualora non si fosse capito - apertamente aggiungono che questo è impossibile “se c’è Lui. Il giovane Maresciallo dei Carabinieri delegato alle indagini, verosimilmente sente le sue narici “attinte” da distinta puzza di falso: strano questo attempato maltrattante che passa la notte sveglio chiedendo - quando la sente lamentarsi - il cambio del panno alla madre; curiosi questa denunciante e associati (non meno attempati) che ardentemente perorano la causa della licenziata. E così relaziona al PM, “Per quanto concerne il fattore vessazioni, violenze, prevaricazioni, imposizioni, si comunica che le persone escusse non hanno indicato particolari fatti degni di nota in quanto i comportamenti di Monello Pier Luigi si esplicitano nell’essere invasivo nei confronti del lavoro delle badanti e particolarmente ossessionato dal cambio del pannolone anche quindici volte a notte, così come riferito dai sommari informatori”. Riportati i pannoloni cambiati al meno spettacolare numero medio di sei a notte (tutti richiesti dalla “bagnata” sotto diuretico, a gran voce e ripetutamente), direi che il lineare Maresciallo lascia intendere che lui, nella sostanza, “nulla trova”. Ma, evidentemente, di magia nera nulla sa.

Il minimo della pena ex art. 572 c.p., ha detto il PM; che equivale a tre anni (il massimo è sette). Ma stante il fatto che sono avanti con gli anni, le “generiche” me le possono dare; dunque solo anni due; che significa che c’ho la condizionaleUna bontà che sono ben lungi dal meritare.

Ottava e ultima udienza fissata per il 20 febbraio 2025. Storia iniziata nel 2020. La fine? Imprevedibile.


                        

per una sintesi dei fatti:
https://www.youtube.com/watch?v=HNK2gI6EUkw

                                                                               gm

giovedì 12 dicembre 2024

Il dubbio irreparabile






Il prossimo 19 dicembre (Tribunale di Cagliari, h. 10,30), dopo tre anni e sette udienze, giungerà a conclusione il processo che mi vede imputato per il gravissimo e infamante reato di maltrattamenti in danno di mia madre. Come più volte ricordato, la vicenda ha preso le mosse dalla denuncia sporta contro di me dall'Avv. Debora Amarugi, per circa due anni Amministratrice di sostegno di mia Madre. Con questa denuncia – che ha determinato un provvedimento cautelare di allontanamento – l'Avv. Amarugi ha, con freddo e consapevole cinismo, fatto scempio del rapporto di profondo affetto che mi legava a mia Madre; e, nel contempo, privato la “beneficiaria” della vicinanza del figlio. 
Ovviamente tenuta all'oscuro della vera ragione della mia scomparsa, mia Madre è morta nel dubbio che io non le volessi più bene.

Confermo che, in caso di assoluzione, denuncerò per calunnia Debora Amarugi.

Ancora una volta faccio appello alla stampa locale perché voglia rompere il silenzio sin qui mantenuto intorno ad una vicenda per altro ormai largamente nota. Un silenzio che – duole dirlo – mi riesce difficile ritenere casuale.

Più in particolare, segnalo la fine del processo alla testata web Casteddu on line, che, a settembre '20 e maggio '22, ha dato due notizie-flash sul mio caso; rimanendo poi inattiva nel tempo successivo. Mi attendo che in caso di assoluzione voglia debitamente informare la pubblica opinione.


per una sintesi dei fatti:


gm