domenica 30 novembre 2025

Il potere del Lysoform medical (ovvero, quando lo schifo è troppo grande)


 



Certo, esistono le coincidenze; gli scherzi della statistica. Tutto è statistica, avverte qualche fissato della scienza: gioco, combinazione, incastro; persino la vita sulla terra (dunque, noi) sarebbe una botta di fortuna; l'aggregarsi di fortunatissime coincidenze; talvolta impensabili: se, ad esempio, non ci fosse stato il mangiatore di comete Giove, chissà come sarebbe finita; chissà se sarebbe iniziata.

Venerdì scorso ho incontrato al bar un'amica; abbiamo parlato della mia storia tribunalizia e l'ho informata di un dettaglio che non conosceva: tre badanti avevano sottoscritto dichiarazioni “spontanee” (identiche) contro di me, allegate poi dalla Amministratrice di sostegno alla denuncia. Quando poi, però, le tre vennero sentite dai Carabinieri, una confermò; le altre due si tennero molto sul generico e una di loro – Elleffe – arrivò persino a dire che, sebbene il figlio fosse di “disturbo”, agiva “con spirito e intenti protettivi nei confronti dell'anziana madre”. Con l'amica, siamo dovuti arrivare alla medesima conclusione: quando lo schifo è troppo grande, scatta qualcosa; e la persona integra non riesce a non far passare qualcosa della verità.

Alle 11.30 ho lasciato l'amica e ho deciso di sbrigare una faccenduola domestica: non avendo trovato lysoform medical – sapete, quel disinfettante verde profumato – nel supermercato vicino, volevo provare più lontano. Primo market, nulla. Guardo l'orologio: ce ne è un altro a circa 500 m; sono solo cinque minuti; ci vado. Sto per attraversare per raggiungere l'ingresso, quando il destino bussa alla porta, “Signor Gigi!”. Una cinquantenne ben vestita, occhiali di marca, viso latino; sulle prime non capisco chi sia; istintivamente penso alla madre di qualche alunno, conosciuta ai colloqui. Ne sono passate in trent'anni di scuola karalitana... Poi guardo meglio; la scuola non c'entra, è Elleffe, molto dimagrita; la badante, quella dello “spirito protettivo”; è stata da noi per 16 mesi, gli ultimi due dei quali, senza me in casa. Questo incontro è tutto suo; ce l'avevo alle spalle: poteva tirare dritto. Parliamo per pochi minuti: “Sua madre la cercava ogni giorno. Il suo pensiero era sempre 'Gigi, Gigi'”. La ringrazio; due parole su sua figlia; ci salutiamo. Dunque, quello che avevo sempre immaginato, è avvenuto. Non entro nel market: rimando l'acquisto.

In una sua Relazione al Giudice tutelare, del 26/2/2021, l'Avvocato Debora Amarugi, vantandosi di avere “centrato l'obiettivo” della sua funzione di Amministratrice, così, a pag. 13, scrive, “Riferiscono infatti le badanti e la Sig.ra Maria Laura Monello che nella quotidianità la Sig.ra Meli non chiede notizie del figlio Pier Luigi (...)”.

C'è un posto ultra-mondano dove simili porcherie si pagano? Non lo sappiamo. E ci ha insegnato un pensatore tedesco di fine settecento - un finto-algido - che, come le giri e giri, questioni di questo tipo restano in bilico. Meglio rassegnarsi. Ciononostante, come dimostra quel, “Signor Gigi!” di Elleffe, pare che non sia necessario risolvere altissimi enigmi, per “sentire” un valore morale. Presentimento di qualcosa di “sacro”? Chissà.

Ma tu guarda la combinazione: avessero avuto disinfettante verde nel primo supermercato, non avrei incontrato Elleffe.