giovedì 20 febbraio 2025

La parola torni ai Magistrati


 

Il giorno 25.3.2020, nella piena consapevolezza di stare andando ad accusare un innocente, l'Avv. Debora Amarugi ha, nella sua qualità di Amministratore di sostegno, sporto denuncia contro di me per maltrattamenti verso mia madre. 
Presentandomi come un “pericolo per la vita” dell’amministrata, ha pertanto chiesto all' Autorità Giudiziaria di allontanarmi “in via d'urgenza” dalla casa di famiglia.

Sebbene le “prove” fossero costituite da una equivoca varietà di fatti nei quali riusciva problematico riconoscere un illecito penale (tanto che il Carabiniere delegato alle indagini relaziona alla Procura di non trovare condotte che integrino il reato), un PM e un Gip hanno dato credito alle accuse e, in data 21.7.2020, è stato disposto ed eseguito il mio allontanamento.

Durante l'Interrogatorio di garanzia, il citato Gip, in presenza dei due miei legali di allora, pronuncia le seguenti, testuali parole,

Certo, sono provvedimenti sgradevoli… non è detto che in futuro non si possa modificare...

Con ciò dando un presupposto logico alla supposizione che egli stesso non sia pienamente convinto della decisione presa (quale altra possibile interpretazione?).

La misura cautelare applicatami (pari a quella inflitta al marito violento giunto al terzo episodio di percosse alla moglie) ha crudelmente stroncato un rapporto affettivo durato un'intera vita (ero figlio celibe convivente), privando mia Madre della mia presenza proprio nell'ultimo anno della sua vita; cioè quando massimo era il bisogno di avere accanto un familiare (ho potuto incontrarla per 3 h e sotto vigilanza). Mia madre ha passato l'ultimo anno della sua esistenza in compagnia di due estranee, una delle quali da Lei detestata
Una memorabile brutalità.

Oggi, 20.2.2025, il Giudice del Dibattimento Antonella Useli Bacchitta, dopo tre anni e otto udienze, ha cancellato quanto imbastito dalla denunciante e avallato dagli Inquirenti tra marzo e luglio 2020, sentenziando che “il fatto non sussiste”.

Oggi posso meglio ribadire quanto più volte affermato, e cioè che l'Avvocato Amarugi ha mentito sapendo di mentire; e ha, attraverso le sue menzogne, attuato il piano - concordato con mia sorella Maria Laura e mio fratello Sebastiano - di reintegrare nel ruolo di badante convivente la sig.ra Maria Irene Pumarayme; una assistente scelta da mia sorella e da me successivamente licenziata per via delle persistenti doglianze di mia Madre, che ne lamentava la durezza di carattere. 
Per ben 18 volte, nelle carte delle indagini, l'auspicio di questo reintegro ricorre nelle parole dei tre accusatori.

Il pomeriggio del 21.7.2020 ho dovuto abbandonare - senza una parola di spiegazione - mia Madre. 

Mi sono chiesto (e ancora mi chiedo): che idea si sarà fatta della mia improvvisa scomparsa? Quali spiegazioni le saranno state date? Su istruzione, si suppone, del piccolo satrapo amministrante. Che spiegazione, nel suo intimo, si sarà data Lei? Un tradimento? Un raffreddamento? Un calcolo di convenienze? Cosa avrà pensato la notte del 21 luglio 2020, non vedendomi comparire per il consueto commiato notturno?

L’artefice dello sconcio appena narrato (e partners), verosimilmente immaginava che paura, vergogna ed economia, avrebbero prodotto il consueto risultato: oblio e silenzio.
Avrà memoria e clamore.

Ho dato mandato all'Avvocato Michele Capano di presentare denuncia contro Debora Amarugi per il reato di calunnia e di avviare una causa civile per il risarcimento del danno.

Per la seconda volta mi metto nelle mani della Magistratura cagliaritana. 
Per la seconda volta chiedo Verità e Giustizia.

 

                                                                                 Gigi Monello