mercoledì 27 novembre 2024

Sovrani e sudditi





Il torto più grave del Sig. Lorenzo è il celibato; la sua scalogna più nera, dei vicini simpaticoni; la sua sfiga più surreale, vivere in uno Stato dove da vent'anni esiste quell' impagabile cosina chiamata Amministrazione di sostegno (Ads). 71 anni, pensionato, alle spalle una carriera di netturbino, il sig. Lorenzo non si sposa (capita), e dopo una lunga vita trascorsa con la madre in un paese sulle colline di Alessandria, ad un certo punto resta solo; niente moglie, figli o fratelli (capita anche questo). C'è però qualche "bene al sole": una dignitosa casetta con annesso pezzo di terra dove si dedica alla sua passione: il giardinaggio. Da due anni è sotto amministrazione di sostegno. Succede che i vicini confinanti lo segnalino come “persona problematica” ai servizi sociali del Comune, e che questi “girino” la pratica al Giudice tutelare (GT), che trova giusto nominare un avvocato che amministri. Scende la notte: una persona sino al giorno prima perfettamente libera, si ritrova incatenata. Del caso si è recentemente occupata una trasmissione mediaset, che ha fornito interessanti dettagli. Nel Decreto di nomina dell'Ads, il GT del Tribunale di Alessandria con tono sacramentale spiega di adottare il provvedimento avendo “(…) ritenuto che ricorrano i presupposti per la nomina di un Amministratore di sostegno a tempo indeterminato, dal momento che il beneficiario è nell'impossibilità di provvedere a se stesso e ai propri interessi a causa di deterioramento cognitivo e lieve demenza (...)”. Il giornalista mediaset incontra e fa parlare l'interessato: a sentirlo, nessun segno di perdita nelle facoltà mentali. A dicembre 2023, deciso a reagire e assistito da un legale, Lorenzo chiede alla sua Asl di venire sottoposto a perizia psichiatrica. Risultato: lucido, tranquillo, appaiono conservate attenzione, concentrazione e capacità di giudizio; unica segnalazione un disturbo dell'umore (cosa per capire la quale, basta guardare in TV un qualsiasi talk show). Sostanzialmente “nella norma”, dunque. Come usava dire anni fa un conduttore televisivo, "la domanda sorge spontanea": prima di nominare un 'tutore', il Giudice tutelare ha parlato con il Sig. Lorenzo? Si suppone, ovviamente, di sì. Ed ha, anche, per caso, disposto una perizia psichiatrica che certificasse il sopra citato deterioramento? Durante l'intero arco della trasmissione (una buona mezz'ora) non balena la benché minima traccia di un simile accertamento. Eppure è ragionevole pensare che, se fosse esistito, il reporter ne avrebbe parlato. Eppure nulla. Possibile? Possibile che un Giudice della Repubblica “marchi a fuoco” un suo concittadino con la qualifica di "soggetto incapace di provvedere a se stesso", sulla sola base di un colloquio, nel corso di un'udienza in tribunale? Colloquio nato da una segnalazione dei servizi sociali a loro volta messi in moto da dei vicini di casa? Stentiamo a crederlo. Eppure altri casi già noti, inducono a pensare che le cose possano essere andate così.

La pensione del sig. Lorenzo è di euro 1800 mensili; l'Avvocato amministrante gliene passa 500 al mese; non può acquistare abbigliamento, fare manutenzione all'automobile, programmare cure dentistiche. Zitto, muto, controllato e impacchettato. Come dominus assoluto, l'avvocato gestisce tutto: beni mobili e immobili. I servizi sociali (premurosi) ogni giorno gli portano a casa il pranzo (pagato con soldi suoi); il supplemento “consegna a domicilio” gli costa altri 170 euro mensili. Guida l'automobile, lavora il giardino, risponde con senso logico, dimostra proprietà di linguaggio, non ha limitazioni motorie, tesse amare riflessioni sulla sua disgrazia: viene il dubbio che spesa e pranzo potrebbe anche organizzarseli da solo. Il GT però ce lo rappresenta “nella impossibilità di provvedere a se stesso”. A supporto di questa tesi (per altro successivamente smentita dalla Asl) pare non vi sia, però, alcun parere tecnico. Ove le cose stessero esattamente nei termini descritti dal programma televisivo, sarebbe possibile ipotizzare una condotta negligente? Sembra di sì. 

Il giornalista naturalmente insiste; vuole sapere cos'ha condotto Lorenzo dentro questa trappola. E lui una sua ipotesi ce l'ha e la dice: la sua rovina sono stati i vicini; da sempre sono interessati ad acquistare il suo terreno.

Tanto per andare fuori tema, daremo ora brevi news circa Enrico Costa, deputato da anni impegnato sul fronte della riforma della Giustizia. Ha fatto due calcoli: in Italia dal 2010 ad oggi sono state intentate 815 cause contro lo Stato per ottenere il risarcimento del danno provocato dalla decisione sbagliata di un Giudice (salvo casi eccezionali, il magistrato non risponde di persona). Del totale, una parte si suppone sia stata dichiarata inammissibile, una parte archiviata e una ancora sotto esame; sono arrivate a sentenza solo 311 cause; e, di queste, solo 12 si sono concluse con una condanna. In 14 anni, 12 condanne (1,4% del totale). Al giudizioso lettore, rintracciare eventuali nessi.

                                                                                    gm